Días 15-17: Hạ Long Bay

Abbiamo avuto fortuna. Il battello che avevamo prenotato era pieno e ci hanno fatto un upgrade ad una imbarcazione di una categoria superiore. Questi battelli sono bellissimi, soprattutto dall’esterno. Hanno una forma particolare e sono completamente in legno. Nell’arcipelago ce ne sono a decine e, devo essere onesta, scoccia un po’ la presenza di tante altre barche, però il fatto che siano belle smorza l’effetto «scale di piazza di Spagna». Hạ Long Bay

Il governo permette un numero specifico di rotte (almeno questo ci hanno detto in tanti) , per cui è inevitabile l’assembramento. Noi abbiamo scelto di passare due notti e tre giorni in crociera in battello, fortunatamente la maggior parte dei turisti compra «1 day tour». Solo dopo aver concluso il nostro abbiamo scoperto delle compagnie che propongono un itinerario un poco diverso nella zona nord-est dell’arcipelago, troppo tardi per noi. Comunque è stato bellissimo.

Le isole solo circa 1969 spalmate su una superficie di 1500 km², sono patrimonio dell’UNESCO dal 94 per il loro valore estetico e dal 2000 per motivazioni il valore geologico e geomorfologico. L’arcipelago si è evoluto nel corso di 500 milioni di anni di cui gli ultimi 20 ha vissuto una evoluzione a livello carsico peculiarissima.  Sembrano le isole di Peter Pan, scavate da dentro come le grotte di Castellana.

Sung Sot cave, 10.000 m²

Ci sono due tipi di isole a seconda dello stadio di evoluzione carsica: le fengcong che sono quelle a cono e le fenglin, quelle «parallelepipede», evoluzione delle anteriori.

Il primo giorno ci hanno portati sull’isola più gettonata di tutte: Tip Top (in realtà Titov) dal nome del cosmonauta russo, il secondo uomo nello spazio dopo Gagarin. La chiamarono così per suggellare l’amicizia sovietico-vietnamita. Ci hanno portato vagonate di sabbia e ci sono cinesi a go go (l’80% dei turisti della baia). I cinesi sono pazzeschi, viaggiano in orde, corrono sempre e fanno foto «a manetta». Per loro siamo una specie di attrazione turistica. Non credo sia così per tutti i cinesi, ma per quelli che abbiamo incontrato si! Antonio è un fenomeno da circo per loro perché ha la barba, e per giunta bicolore, io invece perché sono alta. Ci acchiappavano dove e dove fossimo e ci chiedevano di fare foto con loro, a decine. Talvolta li scoprivamo a fotografarci di nascosto. Sulla spiaggia ne abbiamo avuto un assaggio ma in una grotta carsica c’è stato l’apogeo, abbiamo posato con almeno 20 persone. Ci siamo divertiti, facevano una confusione assurda e appena si spostava quello con cui avevamo appena posato subito veniva ad abbracciarci un altro.

Il belvedere dell’isola Titov era una bomba pazzesca, 430 gradini per raggiungerlo ma si godeva di un panorama stupendo.

Nel pomeriggio abbiamo finalmente assaporato un pochino di libertà e abbiamo fatto un giro con un kayak. Non è permesso fare il bagno!!!! Ci sono tantissime aperture che si sono formate alla base delle isole a causa dell’ erosione marina e del carsismo. Sono come dei tunnel che permettono di passare da un lato all’altro delle montagne. Già questa escursione ci ha fatto sentire meglio rispetto alle folle.

 

Abbiamo fatto amicizia con una coppia di spagnoli sessantenni tutta vita, simpaticissimi. Esther e Juan Ma, da San Sebastián, una coppia affiatatissima e di gran compagnia. Antonio ovviamente amatissimo, tutti sanno come sa farsi amico dei «grandi», gli amici ricorderanno cosa fece a Ventrosa. 

Il secondo giorno è stato «il giorno». Ci hanno fatti andare su una barca più piccola insieme ai nostri due amici e siamo salpati. Noi 4 + 4 persone dell’equipaggio tra le isole e nessun’altra imbarcazione alla vista. Un sogno. La mattina si moriva di freddo!

Innanzitutto siamo approdati a CuaVan, un villaggio galleggiante. Molti degli abitanti del villaggio sono stati re-ubicati in terraferma, soprattutto per garantire l’istruzione per i bambini. Nell’arcipelago tutto arrivarono ad esserci 1000 abitanti distribuiti in 4 villaggi. In questo nello specifico almeno 100 case-zattera, ad oggi ne rimangono una trentina. È ancora semi-popolato e la gente continua a vivere di pesca. È posizionato in una insenatura stupenda a forma di croce, il paesaggio è incredibile, i colori sono incredibili, come anche la luce.

 

C’è un piccolo museo con fotografie che ritraggono la vita nel villaggio e la nuova vita nelle nuove case sulla terraferma. Non è mai un cattivo momento per fare propaganda.

Oltre alle case-zattera legate tra loro ci sono vari tipi di imbarcazioni e tanti animali da compagnia e guardia, tanto cani come gatti. C’era una specie di trabucco meraviglioso e la parte bassa delle isole nella zona centrale veniva usata come se fosse una parete attrezzata: cime, ancore, assi di legno… C’erano anche dei pescherecci con decine di luci sula coperta, serviranno forse per attrarre le prede? 

Dopo di che siamo andati a vedere un allevamento di ostriche. Ne coltivano di tre tipi, quelle che producono le perle nere thai possono metterci anche otto anni per produrre la perla finita. È stato interessantissimo vedere il processo tramite il quale fanno si che le ostriche producano le perle. Si chiama «nucleazione» e viene fatto per tutti gli esemplari, non so più quanti milioni fossero. Vengono socchiuse le valve e viene inserita una sfera di madreperla (nácar) nella gonade dell’animale insieme a una porzione di mantello di un’ostrica «donatore». L’ostrica in reazione al corpo estraneo inizia ad avvolgerlo con progressivi strati di madreperla. È un meccanismo difensivo.

L’ultima attivitá della giornata è stata visitare la Maze cave (quella dove abbiamo incrociato i cinesi). Questa grotta è stata abitata per lungo tempo, prima ancora che i suoi abitanti imparassero a pescare.
Nella parte alta dell’isolotto c’è un lago salato, la connessione con il mare aperto avviene al di sotto del livello 0. Strepitoso.

La sera, nella nostra cabina, che era una bomba sinceramente, iniziamo a sentire vociare all’esterno:
«Hello, hello, beer, beer»
Sono i pescatori che giustamente si reinventano e cercano di vendere alcolici ai turisti delle imbarcazioni grandi. I prezzi sono alti ma mai quanto sulla barca. Abbiamo letto però che se l’equipaggio se ne accorge ti fa pagare una specie di piccola penale. Comunque vengono all’imbrunire e colpiscono i vetri della cabina con un bastone lungo lungo.

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